Una terra di mezzo, una terra di nessuno popolata da mafiosi, terroristi e trafficanti, l’ultimo baluardo dell’Unione sovietica, il buco nero dell’Europa dell’Est, e chi più ne ha più ne metta. La Transnistria viene descritta così da moltissime testate italiane e internazionali: un “paese-non-paese” dove regnano anarchia e contrabbando e dove è meglio non mettere piede se non si è leninisti o amici del Cremlino. Ma quanto c’è di vero in tutte queste descrizioni stereotipate?
Tre giovani autori hanno deciso di scoprirlo sulla propria pelle, mettendosi in viaggio alla scoperta di questo fazzoletto di terra racchiuso tra Moldavia e Ucraina e che fa capolino sulle mappe in modo ambiguo. E il risultato di questo viaggio si chiama “Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria”, un libro pubblicato da Dots Edizioni nato un po’ per caso dall’incontro di due giornalisti e un fotoreporter.